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Ha 70 anni ma non li dimostra. Prima società di ricerche di mercato in Italia, Doxa si è sempre posizionata ai vertici del mercato di riferimento in termini sia dimensionali sia di qualità e di affidabilità. Indirizzando e supportando con rigore scientifico assoluto le scelte strategiche di aziende, istituzioni ed enti non governativi. Perché sapere è potere. La società, con quartiere generale a Milano, archivierà il 2016 con un fatturato consolidato a quota 41,1 milioni di euro (+41% sul 2011), ottima marginalità e 246 dipendenti (+86 sul 2011).
Monarchia o Repubblica? Era il 1946 quando il professor Pierpaolo Luzzatto Fegiz importò per primo in Europa il «sondaggio a campione» messo a segno dall’americano George Gallup. Scegliendo un nome simbolo per l’azienda che avrebbe fondato: Doxa, appunto, che in greco antico significa «opinione» e che in seguito sarebbe diventato sinonimo stesso di ricerca di mercato. Primo sondaggio: Monarchia o Repubblica? Vinse Repubblica. E Doxa decollò.
L’Italia ai raggi X. In occasione del suo 70esimo anniversario Doxa ha deciso di aprire per la prima volta i propri archivi fatti di centinaia e centinaia di ricerche inedite raggruppate solo in parte nei suoi bollettini di carta ormai ingiallita, uno per ogni anno, dal 1946 al 1999, quando tutto venne definitivamente digitalizzato, capaci di passare l’Italia intera ai raggi X.
Si tratta perlopiù di ricerche non commissionate ma realizzate per volontà di Doxa che ci restituiscono vizi e virtù di un Paese in continua evoluzione. Culturale ed economica. Con un dato per tutti che merita particolare attenzione: nell’immediato Dopoguerra il 29% degli italiani si dichiarava “abbastanza felice” e il 5,5% addirittura “molto felice”. E poco importa se per terra c’erano ancora le macerie dei bombardamenti, il cibo era razionato e la spesa più urgente era per l’abbigliamento.
L’identikit di Doxa. Oggi Doxa (doxa.it) è un gruppo consolidato a cui fanno capo anche Doxa Duepuntozero (duepuntozeroresearch.it), specializzata nella gestione di panel web, web monitoring e indagini online, Doxapharma (doxapharma.it), attiva nelle ricerche in campo farmaceutico e medico-clinico, e Connexia (connexia.com), protagonista nella comunicazione digitale.
Doxa è al 90% di proprietà di Marina Salamon, presidente, che l’ha acquisita nel 1991. Anche per motivi affettivi: suo padre, Ennio Salamon, entrato in azienda nel 1956 per volere del fondatore Pierpaolo Luzzatto Fegiz, suo professore di statistica all’Università di Trieste, ne divenne ben presto direttore generale e vero deus ex machina. L’altro 10% del capitale è in mano a Vilma Scarpino, anche lei entrata giovanissima come ricercatrice e oggi amministratore delegato. La terza donna al vertice dell’azienda è Adriana Calella, direttore finanziario e risorse umane.
Doxa inoltre è membro fondatore di WIN-GIA, The Worldwide Indipendent Network of Market Research / Gallup International Association, un network di istituti di ricerca indipendenti presente in oltre 75 Paesi. Il presidente di WIN-GIA è Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa.
Focus sul futuro. «Il nostro merito è di avere puntato soprattutto su due fattori: le risorse umane e l’innovazione generata dall’avvento delle tecnologie digitali con acquisizioni mirate proprio in quell’area e società create ex novo per presidiare un mercato in costante cambiamento» commenta Marina Salamon, che controlla Doxa attraverso la sua holding di partecipazioni Alchimia. E anticipa: «Nel medio termine intendiamo fare ulteriori investimenti e non escludo operazioni straordinarie volte a rafforzare ulteriormente la nostra posizione di leadership».
Doxa ha integrato da tempo le ricerche di mercato con i big data, gli analytics, il marketing e la comunicazione. E punta ad allargare ulteriormente il proprio raggio d’azione. «Ma il rigore scientifico resta il nostro mantra» interviene Vilma Scarpino. E mette l’accento su ciò che ha fatto grande Doxa: la capacità dei ricercatori di leggere la realtà. Sempre. Spaziando dai grandi studi di scenario alle analisi di misurazione, fino agli approfondimenti quali-quantitativi sui brand, sui prodotti, sulla distribuzione e sulla comunicazione. Con un focus sempre più digitale. Appunto.