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Catania – Il quarto incontro di #CataniaSicura, l’iniziativa di Ance Catania che chiama a raccolta istituzioni, accademici e tecnici per condividere modelli e soluzioni sull’emergenza terremoto, è iniziato con la proiezione del servizio de Le Iene “Scuole e terremoto: i nostri ragazzi sono al sicuro?” (andato in onda domenica 19 febbraio), che ha visto coinvolti i comuni di Teramo, Giulianova e Ascoli.
Un’inchiesta sul tema scottante della sicurezza nelle scuole, che ha dato voce ai genitori e insegnanti, e alle paure che quotidianamente vengono affrontate a ogni suono di campanella, soprattutto nelle zone terremotate. «Siamo nuovamente riuniti – ha detto il presidente Ance Catania Giuseppe Piana – per condividere una delle questioni più annose per un territorio altamente sismico come il nostro: il livello di vulnerabilità degli edifici pubblici, affollati ogni giorno da migliaia di studenti». Dopo lo studio finanziato dai Costruttori edili del capoluogo etneo, e condotto dall’Imperial College di Londra e dall’Università di Catania, in merito ai modelli da applicare per la messa in sicurezza degli edifici – che ha dato vita a un documento strategico che verrà presto consegnato al Governo – il focus continua dunque sulle scuole, sempre in un’ottica di prevenzione e rigenerazione urbana.
A lanciare una proposta che ha messo d’accordo tutti i presenti, è stato l’assessore comunale alle Infrastrutture e Lavori Pubblici Luigi Bosco, che è partito da una reale esigenza del territorio e delle istituzioni emersa di recente a seguito di alcune verifiche – con esito positivo – eseguite sullo stato di salute di 30 edifici scolastici della città: «È necessario un modello di standardizzazione delle verifiche da applicare alle varie tipologie e tecniche costruttive concretamente riscontrabili – ha detto Bosco – che consenta di utilizzare gli stessi parametri per tutte le strutture, al fine di avere rilievi e sondaggi comparabili con un unico indice che permetta di valutare l’insieme dei possibili effetti in termini di danni attesi. Uno schema predefinito che possa essere inserito nel disciplinare di gara, consentendo di effettuare misurazioni con un codice univoco, studiando gli elementi di ripristino più opportuni».
Una richiesta accolta favorevolmente dagli autorevoli rappresentanti del Dicar (Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura) Ivo Caliò e Paolo La Greca (anche presidente Istituto nazionale di Urbanistica Sicilia) e da tutti gli attori della filiera che hanno partecipato al tavolo di lavoro.
«Nei prossimi giorni sottoporrò il progetto al Consiglio direttivo di Ance Catania – ha continuato Piana – sono certo che condivideranno l’importanza strategica di un documento che chiarisce e affina quanto prescritto dalla normativa sulla valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici strategici e rilevanti, individuando quali siano i metodi di analisi più adeguati da utilizzare». Le verifiche possono essere condotte con diversi gradi di approfondimento e complessità di calcolo: da stime squisitamente qualitative, basate sul rilievo mediante schede delle principali caratteristiche degli elementi costitutivi dell’edificio, a complesse analisi numeriche mediante diversi metodi di calcolo e modellazione.
«Questo protocollo consentirebbe di giungere a considerazioni preliminari omogenee grazie all’uso di modelli affidabili e validati – ha concluso Piana – e i risultati ottenuti potranno essere confrontati e utilizzati per stabilire l’ordine di priorità sui successivi interventi di adeguamento o miglioramento».
Erano presenti all’incontro: il vice presidente Ance Catania Marcello La Rosa; il presidente dell’Ordine Architetti Giuseppe Scannella; il presidente del Collegio Geometri Paolo Nicolosi; il presidente del Centro di documentazione, ricerca e studi sulla Cultura dei Rischi Antonio Pogliese; il presidente di Inarch Sicilia Ignazio Lutri; il consigliere dell’Ordine regionale Geologi Antonio Cubito; il broker assicurativo Diomede Tortora e l’avv. Francesco Faro.