Il ministro Danilo Toninelli è un tipo simpatico. Uno di quelli che, come diceva la canzone, “due amici, na chitarra eccetera eccetera”. Ma tutto sto presenzialismo siciliano comincia ad avere un sapore un po’ troppo da campagna elettorale. Intanto perché il ministro arriva fin qui per inaugurare opere francamente sbloccate da altri: per la Caltanissetta-Agrigento serve l’intervento della Regione siciliana, per la ferrovia Catania-Palermo il merito va al commissario ovvero all’amministratore delegato di Rfi nominato sulla base di un provvedimento normativo fatto da Matteo Renzi. Poi perché di sto commissario per le strade provinciali annunciato ormai qualche mese fa non si hanno notizie. Si capisce che c’è lo scontro con il presidente della Regione Nello Musumeci. Il quale ha buoni argomenti per affrontare la polemica politica con il ministro per le Infrastrutture (che non ci sono almeno in Sicilia).
Dal Governatore arriva una serie di domande che cercano una risposta: “Il ministro Toninelli si preoccupi di esercitare un controllo più efficace sull’Anas, invece di difenderla a spada tratta: quella stessa Anas che in Sicilia sulla Catania- Palermo ci ha fatto trovare al momento dell’insediamento 11 cantieri e quella stessa Anas che tiene nel portafoglio oltre 2 mld di euro della programmazione regionale, molti dei quali ingiustificatamente ancora non trovano investimento”. “Si preoccupi il ministro di chiedersi perché Rfi da 30 anni non ha ritenuto di fare adeguati investimenti per l’ammodernamento della rete ferroviaria in Sicilia – aggiunge – E se è vero che da oltre 30 anni si parla del raddoppio ferroviario Messina-Catania, da un ministro degno di questo nome ci si aspetta un’azione seria e dirompente. Si chieda il ministro perché sull’arteria Nord-Sud l’Anas non muove un dito dal 2014, condannando alla paralisi un cantiere e una arteria che era stata salutata con tanto favore e speranza perché avrebbe collegato il Mar Tirreno col Canale di Sicilia”.