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Torrenova (ME) – Il 23 novembre alle ore 17, il Centro Sociale di Piazza Autonomia ospiterà la X edizione del Premio “Francesca Serio”, un evento dedicato alla madre coraggio che lottò contro la mafia e per la giustizia del figlio Salvatore Carnevale, assassinato dalla mafia nel 1955. Francesca Serio trasformò il suo dolore in una battaglia contro il sistema mafioso che dominava la Sicilia negli anni ’50.
Chi era Francesca Serio: una madre contro il silenzio mafioso
Nota come “mamma Carnevale” per i militanti di sinistra, sfidò apertamente la mafia di Sciara, una cittadina nella provincia di Palermo, dove si era trasferita da Galati Mamertino dopo essere stata abbandonata dal marito. La sua vita semplice ma coraggiosa si intrecciò con quella del figlio, Salvatore Carnevale, nato il 23 settembre 1923, che sin da giovane si oppose ai mafiosi locali.
La vita e l’impegno di Salvatore Carnevale
Salvatore, sindacalista socialista, visse intensamente le ultime lotte contadine in Sicilia, coniugando le rivendicazioni per la riforma agraria con quelle operaie. Organizzò i lavoratori, battendosi per l’orario di otto ore e per condizioni dignitose, nonostante le minacce dei boss mafiosi. Il 16 maggio 1955, Salvatore fu assassinato mentre si recava alla cava gestita dalla famiglia Notarbartolo. I mafiosi lo uccisero, ma mamma Francesca, pur devastata dal dolore, non si arrese e iniziò una lunga e solitaria lotta per la verità.
La battaglia per la giustizia: Francesca ai processi
Francesca Serio intraprese una battaglia legale che la portò fuori dalla Sicilia, per via della “legittima suspicione”. Partecipò al primo processo a Santa Maria Capua Vetere, dove gli imputati vennero condannati all’ergastolo. Una sentenza storica che apparve quasi un “miracolo” per l’epoca, dato che la condanna mafiosa era raramente riconosciuta. Tuttavia, questo trionfo fu breve: in appello, il processo a Napoli si concluse con l’assoluzione degli accusati per insufficienza di prove, un esito che sembrò riaffermare la normalità di un sistema impunito.
Dopo questa ultima sentenza Mamma Francesca, delusa dalle Istituzioni, decise di portare avanti una battaglia personale e la sua voce diventò “giustizia vera”, come racconta Carlo Levi nel suo libro Le parole sono pietre.
Il Premio Francesca Serio: dieci anni di memoria e giustizia
Istituito a Galati Mamertino, il Premio Francesca Serio, promosso dal Circolo Socialista Nebroideo Indipendente “Italo Carcione,” onora le donne coraggiose che si sono opposte alla mafia, portando avanti la memoria delle vittime e promuovendo i valori di legalità e giustizia. In questi dieci anni, il riconoscimento è stato assegnato a figure come Selima Giuliano, figlia del vicequestore Boris Giuliano, e Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino, entrambe simboli di una Sicilia che non dimentica.
La vincitrice 2024: Rosalba Cassarà
Quest’anno il premio andrà a Rosalba Cassarà, sorella di Ninni Cassarà, funzionario di polizia assassinato da Cosa Nostra nel 1985 per le sue indagini su traffici illeciti e legami mafiosi. Con questo riconoscimento, Rosalba Cassarà continua a portare avanti il messaggio di suo fratello e di tutte le vittime innocenti, diventando a sua volta un simbolo di resistenza alla violenza mafiosa.
Un evento ricco di testimonianze
La cerimonia, che inizierà con i saluti del sindaco di Torrenova, Salvatore Castrovinci, sarà arricchito dagli interventi di:
- Nino Amadore, giornalista e scrittore;
- Luciano Armeli Iapichino, docente e autore;
- Giacomo Di Girolamo, giornalista;
- Carmen Maugeri, animatrice culturale;
- Fabio Cannizzaro, promotore del premio e presidente del Circolo Socialista Nebroideo.
Gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Torrenova parteciperanno all’iniziativa, portando il messaggio di legalità nelle nuove generazioni, dimostrando come il ricordo e la consapevolezza storica possano costruire una società più giusta.
Un’eredità intramontabile: Francesca e il coraggio senza tempo
Francesca Serio ci ha lasciato il 18 luglio 1992, ma il suo esempio rimane vivissimo. Ogni anno, il Premio Francesca Serio ricorda che la lotta contro la mafia è anche una battaglia per difendere i diritti e proteggere le memorie di chi ha pagato con la vita il prezzo di una scelta coraggiosa.
Brigida Raso