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In provincia di Ragusa potrebbe nascere la 28esima Area Marina Protetta d’Italia. Il condizionale è d’obbligo e sono le stesse Istituzioni che hanno presentato la proposta di progetto a mettere le mani avanti sui tempi: “ricordiamoci –dicono- l’iter relativo al “Parco Nazionale degli Iblei” (se ne parla da trent’anni e ancora non è stato istituito). Il rischio è che intanto che l’iter burocratico si faccia strada l’area subisca dei mutamenti e che possa essere, come purtroppo spesso accade, deturpata e violentata.
Intanto la Provincia regionale di Ragusa, in sinergia con i comuni di Ragusa e Scicli, ha promosso un primo incontro con pescatori, tecnici e cittadini, per presentare la prima proposta del progetto. Il risultato finale si può tradurre nella consapevolezza che l’iniziativa è importante da un punto di vista naturalistico ed economico, ma anche con la presa d’atto che il progetto necessità di alcune correzioni perché venga digerito da pescatori e diportisti.
In sostanza la teoria si è scontrata con la pratica, una pratica sbattuta in faccia alle istituzioni direttamente dagli operatori economici del mare che, nel progetto, hanno rilevato una serie di criticità tecniche e logistiche, che hanno fatto sorgere parecchie perplessità a tal punto che il sindaco di Scicli, Enzo Giannone, ha dovuto rimarcare che la priorità è quella che l’Area Marina non danneggi i pescatori: “altrimenti – ha affermato- ci riserviamo di fare le dovute valutazioni in merito”. La relatrice del progetto, il direttore delle riserve naturali del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, Carolina Di Maio, ha dovuto più volte spiegare che si tratta solo di una proposta ancora modificabile e che comunque l’istituzione dell’Area Marina Protetta spetta al Ministero dell’Ambiente.
Il progetto dell’Area marina protetta in Provincia di Ragusa
L’area marina protetta dovrebbe estendersi per 7 chilometri, il litorale interessato si snoda tra l’inizio dell’abitato di Marina di Ragusa sino alla costa rocciosa tra Playa Grande e Donnalucata. L’area in questione dovrebbe essere divisa in tre zone: A, B e C che si estendono per circa 2 miglia dalla costa. La zona A, estesa circa un miglio, sarà praticamente off-limits, nell’area B invece saranno permesse alcune attività come la pesca artigianale (ma con dei limiti di modalità e specie), la pesca turistica e il passaggio di alcune imbarcazioni turistiche.
In realtà alcune limitazioni sono già esistenti (come ad esempio il divieto di abbandonare rifiuti, ma aumenteranno i controlli. L’esigenza di istituire un’area marina protetta a Ragusa nasce dalla necessità di tutela e conservare la biocenosi marina dei fondali antistanti la foce del fiume con particolare riguardo alla prateria di Poseidonia oceanica e Cymodocea nodosa, nonché dalla volontà di promuovere la ricerca scientifica al fine di implementare la conoscenza degli habitat marini e di tutela della costa dall’erosione costiera mediante implementazione dell’attuale habitat della prateria di Poseidonia oceanica, con l’attuazione di specifici programmi di promozione dello sviluppo sostenibili delle principali attività economiche dell’area (turistiche, culturali, artigianali e della piccola pesca) e di educazione ambientale sugli habitat marini e costieri promuovendo programmi didattici, divulgativi e di fruizione dell’area.
Perplessi, come detto, i pescatori che hanno evidenziato delle criticità a partire dalle limitazioni di pesca, ma anche sulle aree tracciate in cartina: “ci sono tracce – ha spiegato un pescatore- che ci sarebbe praticamente impossibile percorrere con piccole imbarcazioni, non possiamo allontanarci così tanto dalla costa, specie quando c’è brutto tempo. Voglio anche precisare che le piccole imbarcazioni non recano alcun danno alla Poseidonia”. Dalle criticità ai paradossi: “si parla di pesca turismo a Donnalucata – ha affermato un altro pescatore- ma che senso ha se nel porto di Donnalucata le barche turistiche non possono approdare. Adeguate prima il Porto e poi fate l’Area Marina Protetta, non sarebbe più logico?”
Durante l’incontro è intervenuto anche il presidente di Legambiente Ragusa, Antonio Duchi, il quale salutando con favore l’istituzione dell’Area Marina Protetta, ha sollecitato il Commissario della Provincia, Salvatore Piazza, a prevedere una serie di interventi per la tutela dell’habitat a prescindere dalla formalizzazione del progetto. “Non può accadere con per il Parco Nazionale degli Iblei- ha dichiarato Duchi- con un iter infinito e intanto i luoghi sono stati danneggiati e deturpati. Bisognerebbe poi intervenire immediatamente sul Fiume Irminio gravemente inquinato”.
L’incontro si è concluso con la presa d’atto che occorrono altri incontri con la marineria al fine di poter addivenire ad una proposta condivisa, proposta che, per quanto riguarda i Comuni di Ragusa e Scicli, dovrà poi passare al vaglio dei consigli comunali.
In Italia le aree marine protette indicate sono 27, per una superficie a mare di circa 222.442 ettari, in Sicilia sono 6.