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In Sicilia, una regione dove il patrimonio culturale e artistico è vitale, formiamo ogni anno eccellenti professionisti della conservazione e del restauro. Tredici laureati del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dell’Università di Palermo hanno recentemente conquistato posti ambiti nel concorso per funzionari restauratori del Ministero della Cultura, ottenendo incarichi in prestigiose istituzioni italiane. Se da un lato il risultato riempie di orgoglio i docenti e l’intera comunità accademica, dall’altro lascia un sapore amaro: questi talenti andranno ad arricchire musei, parchi archeologici e biblioteche in tutta Italia, ma non in Sicilia.
Un’eccellenza che la Sicilia non riesce a trattenere
La Sicilia si distingue per il suo patrimonio artistico e storico, ma paradossalmente non offre abbastanza opportunità lavorative per i suoi restauratori. I nuovi assunti porteranno il proprio talento e la propria passione in Campania, Emilia Romagna, Liguria e altre regioni italiane, lasciando la Sicilia a corto di risorse umane per la salvaguardia dei propri beni. Nonostante l’isola possieda un patrimonio culturale tra i più ricchi d’Europa, resta carente in risorse per trattenere questi professionisti, che rappresentano un patrimonio umano di conoscenze artigianali, storiche e scientifiche.
Collaborazione pubblico-privato: una soluzione per valorizzare i talenti locali?
Alcune regioni italiane, come l’Emilia Romagna, hanno compreso l’importanza di investire nei restauratori locali e lo hanno fatto attraverso collaborazioni pubblico-private. Iniziative che coinvolgono fondazioni, istituti bancari e imprese private hanno permesso di finanziare restauri e progetti culturali, creando posti di lavoro e offrendo ai professionisti locali opportunità di crescita e stabilità. Simili collaborazioni in Sicilia potrebbero rappresentare una svolta per dare ai laureati in restauro la possibilità di rimanere nella propria terra, contribuendo alla cura del vasto patrimonio siciliano senza dover cercare fortuna altrove.
Un’economia culturale in crescita: i benefici di trattenere i restauratori
Investire nei restauratori non significa solo proteggere il patrimonio culturale, ma anche valorizzare l’economia locale. Diverse città e piccoli borghi italiani hanno visto crescere il turismo culturale proprio grazie al recupero e alla valorizzazione di siti storici restaurati da professionisti locali. La presenza di restauratori competenti e qualificati può trasformare anche in Sicilia luoghi a lungo dimenticati in attrazioni culturali, generando nuove attività economiche e incentivando un turismo sostenibile.
Guardare al futuro: la speranza di un cambiamento
Ogni volta che un giovane restauratore lascia la Sicilia, porta con sé un pezzo della storia e dell’identità dell’isola. Ma immaginare una Sicilia che investe nei suoi talenti non è un’utopia: con progetti di valorizzazione economica e culturale e sinergie tra pubblico e privato, l’isola potrebbe finalmente trattenere le sue eccellenze. Speriamo che un giorno questi restauratori possano scegliere di rimanere, contribuendo a scrivere una nuova pagina della storia culturale siciliana.
Brigida Raso
Fonte: https://trasparenza.cultura.gov.it/archivio22_bandi-di-concorso_0_65_639_1.html