L’Osservatorio del Vino rilascia i dati definitivi sull’export 2018 del vino italiano, convalidando le stime diffuse nei mesi scorsi. Il quadro, delineato da ISMEA, partner dell’Osservatorio, e Unione Italiana Vini, conferma le preoccupazioni relativamente ad un rallentamento delle esportazioni del comparto vitivinicolo.
Da un lato, si regista una crescita in valore e il superamento per il secondo anno consecutivo della soglia dei 6 miliardi di euro (6,2 miliardi €), fatto estremamente positivo che testimonia come il vino italiano sia sulla giusta strada per una migliore valorizzazione dei prodotti. Dall’altro, il contesto mondiale, caratterizzato da consumi relativamente stabili, e il “sistema Italia”, che non riesce ad accelerare in termini di competitività, costringono il comparto ad un andamento sui mercati internazionali segnato da una tendenza di crescita che sembra essersi interrotta.
L’export rappresenta circa la metà del fatturato complessivo del settore e uno sbocco di mercato fondamentale per il suo sviluppo, in particolare vista la situazione interna di costante stagnazione. In questo senso, è necessario che le aziende e le associazioni del vino avviino un percorso interno di riorganizzazione e ottimizzazione dell’offerta. Un punto quest’ultimo che, oggi, rappresenta una debolezza per il sistema vitivinicolo del bel Paese.
Il vino italiano nel 2018 è cresciuto del 3,3% in valore toccando i 6,2 miliardi di euro, mentre a volume, a causa della scarsa vendemmia del 2017 e una domanda piuttosto fiacca sui mercati, è sceso sotto la soglia dei 20 milioni di ettolitri (19,8 milioni hl), pari a circa l’8% in meno rispetto all’anno precedente.
Traino del settore si sono dimostrati ancora una volta gli spumanti, con una robusta crescita dell’11,2% in valore (oltre 1,5 miliardi €) e un aumento vicino al 6% a volume (quasi 3,9 milioni di ettolitri), con il Prosecco che ha segnato il +15% a valore e il +10% a volume. I frizzanti, invece, sono rimasti stabili a volume, recuperando discretamente sulla componente del valore (+7%), grazie al buono stato di salute del mercato tedesco (+3% in volume e +12% in valore), primo importatore per questa tipologia di prodotti.
Le esportazioni dei vini fermi in bottiglia sono calate del 5% in volume (9,7 milioni di hl) e a valore sono restate stabili, confermando i 3,8 miliardi di euro del 2017, con una progressione del 5% sui prezzi medi al litro (3,81 €/l). Con l’ingresso sui mercati del Pinot Grigio delle Venezie il confronto dalle DOP e IGT rispetto allo scorso anno non è possibile, tuttavia le IG hanno registrato un assestamento a volume attorno ai 14,6 milioni di ettolitri (-3%) e un incremento del 3% in valore.
Analizzando nel dettaglio i singoli Paesi, per quanto riguarda i vini fermi in bottiglia, si registra uno stallo delle esportazioni negli Stati Uniti (lieve calo attorno all’1% in volume) e un debole aumento del valore pari all’1,4%, mentre nel Regno Unito la decrescita è stata più consistente: -8% in volume e -1% in valore.