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Ancora un altro prestigioso riconoscimento internazionale per Cva Canicattì e per i suoi 300 piccoli viticoltori, che si aggiunge a quelli già collezionati in questo splendido 2016. In questa occasione ad essere premiato non è solo un vino ma la fiducia degli addetti ai lavori si allarga a tutta l’azienda grazie alla rivista tedesca Weinwirtschaft che, ancora una volta ha dedicato un tasting sul livello qualitativo della produzione vinicola delle cantine cooperative di Italia.
Il responso uscito da questo test è che queste cantine riescono ancora ad attrarre il consenso dei winelovers tedeschi con produzioni di grande pregio proposte ad un ottimo rapporto qualità/prezzo. Grande performance per CVA Canicattì che ha contribuito a questo risultato entrando nella classifica “Top 20”, piazzandosi al 6° posto assoluto, con un punteggio che fa leva sugli ottimi risultati del Centuno 2013, Fileno 2015 e Aquilae Nero d’Avola 2014 che hanno raggiunto la valutazione di 87 punti.
Il dato più significativo per Cva Canicattì però arriva da un’analisi più approfondita di questa classifica: la cooperativa siciliana è la prima cantina del Sud Italia presente nella top 10 di questa graduatoria. Un risultato che rende merito, ancora una volta, al lavoro impostato negli ultimi anni dal management aziendale, che ha puntato tutto su un modello imprenditoriale centrato sul binomio qualità territorio rendendo i vini di CVA Canicattì riconoscibili per stile produttivo e territorialità. Un fattore molto importante se si considera che la Germania è per la Sicilia del vino uno dei mercati maggiormente serviti e che il consumatore tedesco, con maggior consapevolezza e preparazione, richiede sempre di più prodotti di qualità.
“Cva Canicattì – spiega il Presidente Giovanni Greco – è una piccola grande famiglia che lavora in sinergia. Il segreto del nostro successo è il lavoro di squadra che porta tutti ad essere protagonisti di questa storia produttiva. Questo nuovo riconoscimento rafforza in tutti noi la consapevolezza che i nostri vini, rispettosi dell’identità viticola del territorio da cui sono generati, sanno rappresentare al meglio il volto qualitativo dell’Italia del vino nel mondo”.